La Calabria
Camigliatello Silano
Camigliatello Silano è una località montana del comune di Spezzano della Sila (CS).
Camigliatello Silano è situato a 1.300 metri di altitudine. Dispone di un moderno impianto di risalita e di due piste da sci (1 blu e 1 rossa), ed è una delle località silane a maggiore vocazione turistica, durante tutte le stagioni e soprattutto d’inverno. A Camigliatello si trova la chiesa dei Santi Roberto e Biagio.
Il principale nucleo urbano del villaggio si trova all’interno del Parco Nazionale della Sila, dove tutto l’anno si possono ammirare gli animali presenti e fare passeggiate nei percorsi dei boschi silani, mentre numerose altre piccole frazioni sviluppatesi lungo la strada che dal villaggio porta al Lago Cecita, facenti tutte parte del complesso turistico di Camigliatello, sono al di fuori dei confini del Parco.
Il lupo della Sila resta l’icona di questa località e della squadra di calcio del Cosenza Calcio 1914.
Il bosco che circonda Camigliatello è molto vario e soprattutto molto bello: tra i 1100 e i 1300 metri i pini larici hanno la dominanza. Questa pianta va ad unirsi, intorno ai 1350 metri, al faggio. A 1500 metri la faggeta è quasi pura, accompagnata solo dalla presenza di qualche abete bianco e da pini larici.
Il clima di questa zona è tipicamente montano: gli inverni sono lunghi e rigidi, sufficientemente nevosi dai 1000 ai 1300 metri e più persistenti (manto nevoso presente da dicembre ad aprile) al di sopra dei 1400 metri. In alcuni anni in tali zone è possibile superare i 2 metri di neve al suolo. Le temperature sono rigide: la media di gennaio è di circa 0 °C, con punte minime fino ad oltre -15 °C durante ondate di gelo eccezionali. L’estate è fresca con soliti temporali di breve durata durante le ore pomeridiane.
Trenino storico della Sila
Nelle stagioni estive e invernali, le Ferrovie della Calabria organizzavano un viaggio in treno da Camigliatello Silano a San Nicola Silvana Mansio, sulla linea Cosenza – San Giovanni in Fiore. Questa linea a scartamento ridotto, attualmente limitata a Spezzano della Sila per quanto riguarda il servizio regolare, ha trovato in questo breve tratto un grande e importante impiego turistico. Infatti il viaggio su carrozze storiche, datate 1932, al traino di locomotive a vapore FCL del gruppo 350, 400 e 500, o, in caso di manutenzione delle stesse, locomotore diesel, rappresentava una grande attrattiva per i turisti e per gli appassionati di ferrovie, affascinati dai paesaggi che questa ferrovia attraversa. Dall’inizio del 2014 il trenino è stato dismesso.
Sagra del fungo
In autunno si svolge la popolare sagra del fungo, uno dei più prelibati alimenti della tradizione silana. La manifestazione dura tre giorni, durante la quale si possono assaggiare varie specialità a base di funghi, e prodotti tipici della Calabria, allietati da spettacoli folkloristici.
Sagra della patata
Dal 1978, nel mese di ottobre si tiene la “Sagra della patata della Sila”, con annessa una fiera dell’artigianato locale.
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Le Castella
Le Castella è una frazione di Isola di Capo Rizzuto, dai residenti chiamata I Casteddi, in provincia di Crotone. È situata sulla costa ionica della Calabria, a 10 km da Isola di Capo Rizzuto e domina la baia con l’antica fortezza aragonese. È stata scelta come set cinematografico per L’Armata Brancaleone e Il Vangelo secondo Matteo. Nel 1999 ospitò tutte le puntate della 30ª e ultima edizione di Giochi senza frontiere
Il nome odierno Le Castella fu dato in epoca moderna, poiché in passato ebbe vari nomi tra cui Castra Annibalis. Etimologicamente ricalca il plurale neutro del latino, indicante l’origine quasi leggendaria del paese. Tra le persone locali si tramanda l’antica esistenza di sette castelli dislocati in un arcipelago oramai sott’acqua, che porta dunque il nome attuale come atto testimoniante. Ebbe una considerevole importanza dal punto di vista strategico-militare.
La storia di Le Castella è lunga e segue più o meno le stesse vicende dei territori circostanti. Per i suoi paesaggi che destavano ammirazioni tra i viaggiatori antichi, Le Castella fu oggetto di tante leggende e addirittura, secondo alcuni studiosi, l’isola di Calypso descritta da Omero nella sua Odissea, sarebbe da collocarsi proprio nelle vicinanze del borgo (in alcune cartine geografiche medievali, c’è la presenza del nome Calypso su una delle isolette che distavano a pochi metri o chilometri da Le Castella). Fa parte dei mitologici tre promontori “Japigi”, identificati in Capo Rizzuto, Capo Cimiti e Le Castella, così denominati dalla presenza del mitico Japyx, figlio di Dedalo, uno degli artisti più valenti dell’antica Grecia. Infatti, secondo quanto riportano alcune testimonianze letterarie antiche (Erodoto, Strabone, etc), Japyx o Japige fuggì da Creta seguendo il padre in una spedizione in Sicilia; ma durante il ritorno, una violenta tempesta lo fece naufragare presso le coste dell’odierna Calabria, ed alla località fu dato il nome di “terra Japigia”.
Le Castella sarebbe dapprima nata come colonia romana (ma resti di muratura greca nel retro della fortezza potrebbero smentirla , avanzando ipotesi di un’antica phrourion). Un patto tra Roma e Taranto di tregua bellica , stabilì che venisse fondata una colonia romana di 3000 coloni , chiamata Castra ( o Castrum ) a sorveglianza delle navi reciproche , se una delle due città oltrepassava il limite entro il quale dove navigare , allora la tregua sarebbe svanita . Alcune leggende raccontano di come Annibale si rifugiò sotto alcuni scogli della scogliera e da lì scappò dai romani, durante l’epoca delle guerre puniche. Nell’alto medioevo abbiamo pochi dati del paese, abbiamo invece alcuni dati nel basso medioevo che attestavano un benessere economico ed un incremento demografico (nel XIII sec. il borgo toccava oltre 2000 abitanti); resti di questo antico benessere sono le molte figure professionali riunite in un’unica università avente uno stemma personale .
Nel XIV sec. fino al XVI sec. seguì le vicende storiche del regno di Napoli, in alcuni momenti Le Castella fece parte attiva nell’esito dei governi , infatti , ci fu la resistenza al dominio degli aragonesi, da parte degli abitanti del borgo che erano fedeli agli Angioini ; dopo una lunga resistenza ove quasi tutta la popolazione si barricò dentro la fortezza, gli Aragonesi ebbero il dominio della fortezza e del borgo. L’evento è conosciuto come battaglia di Le Castella , fu una serie di battaglie decisive all’interno dei vespri siciliani . Fu durante il periodo aragonese che la fortezza prese le forme architettoniche odierne . Andrea Carafa commissionò il rifacimento della fortezza adattandolo alle moderne esigenze difensive , in particolare per rendere le mura più resistenti dai colpi di cannone . Dal XVI sec. fino al XVIII sec. il paese e la sua fortezza diventarono scenari delle invasioni turche , fu l’inizio dell’improvvisa decadenza del borgo , che durerà per molti secoli , fino al XX secolo. Gli ottomani misero a ferro e fuoco l’intero borgo, uccidendo e rapendo la quasi totalità degli abitanti. Nel 1536 il celebre corsaro barbaresco Khayr al-Din Barbarossa vi rapì Giovanni Dionigi Galeni, divenuto famoso come ammiraglio e corsaro con il nome di Uluç Ali Paşa. Dal XVII sec. fino agli inizi del XX sec. il paese di Le Castella fu scarsamente abitato , per molti secoli rimase una località rurale dedita all’ agricoltura , allevamento , pastorizia e pesca . Per pochi decenni , la fortezza fece da ricovero per i pochi abitanti che possedevano terreni in luogo , in mancanza di altre difese da eventuali scorribande ottomane. È noto il resoconto del tour condotto dall’abate Saint-Non , in cui constatò lo stato di abbandono della fortezza , ridotto a rudere e le condizioni umili di vita dei pochi che abitavano nella località. Nella seconda metà del XX sec. fino ai giorni nostri , Le Castella ha conosciuto un aumento demografico ed una ripresa economica dovuta in principale misura dal turismo balneare , subacqueo e dei beni culturali . Dal 1991 fa parte dell’ Area Marina Protetta di Capo Rizzuto .
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Crotone
Crotone, Cutroni in dialetto crotonese) è un comune italiano di 61 131abitanti, capoluogo dell’omonima provincia in Calabria. Ha un’area metropolitana di 123 937 abitanti. È il quinto comune della regione per popolazione e il sesto per superficie.
La città di Crotone fu fondata da coloni greci, provenienti dalla regione dell’Acaia nel terzo quarto dell’VIII secolo a.C., nel luogo di un preesistente insediamento indigeno e rappresentò uno dei centri più importanti della Magna Grecia. La città vecchia si sviluppa in un dedalo di stretti vicoli e piazzette fino al duomo e alla centrale piazza Pitagora, punto di contatto tra città “vecchia” e “nuova”.
La città è situata sul versante est della Calabria, si affaccia sul mar Ionio presso la foce del fiume Esaro, e il territorio comunale fa parte dell’Autorità del bacino interregionale del fiume Esaro. Il comune ha una superficie di 179,83 km² e il capoluogo si trova a 8 m s.l.m.
Il territorio meridionale è immerso interamente nell’area marina protetta di Capo Rizzuto e inoltre, a fare un ulteriore supplemento a questo scenario, è presente il promontorio di Capo Colonna dove è rimasta l’unica colonna del Tempio di Hera Lacinia, anticamente detto Lakinion Akron, che chiude la città in una grande conca che la divide dal golfo di Squillace.
Il clima si presenta temperato. L’inverno è generalmente mite, anche se sono possibili temporanee ma repentine diminuzioni di temperatura con occasionali nevicate (1956, 1965, 1991, 1998, 2001, 2006, 2008, 2015), in caso di afflusso di aria polare. L’estate è calda ma discretamente ventilata dalla brezza di mare; solo in presenza di ondate di calore con venti di scirocco o libeccio, le temperature massime possono attestarsi attorno ai 40 °C ma con bassi tassi di umidità relativa (punta max 48 °C, 1998).
Le precipitazioni si concentrano principalmente in autunno, con massimo secondario invernale; tra la primavera e l’estate può accentuarsi notevolmente la siccità.
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San Nicola dell’Alto
San Nicola dell’Alto (IPA: [sanˈniˈkɔla delˈlalto, Shën Koll in arbëreshë) è un comune italiano di 869 abitanti della provincia di Crotone, il paese è basato sull’ agricoltura.Le sue origini risalgono ad una delle prime migrazioni delle popolazioni albanesi dell’Albania meridionale e dalla Morea, avvenuta nel 1510 . I suoi abitanti conservano la cultura e la lingua arbëreshë ma hanno abbandonato, per una serie di vicissitudini (obbligati dall’ambiente latino circostante), il rito bizantino-greco. Il paese è chiamano inequivocabilmente Shin Koll, che propriamente significa San Cola, ed esso deriva da Shën Koll, forma corretta in lingua albanese.
San Nicola dell’Alto sorse nel XV secolo per opera di profughi albanesi che si stabilirono tra il monte San Michele e il monte Pizzuta, località disabitata, ma rispondente a quelle caratteristiche montane, analoghe a quelle della madrepatria. La sua è una storia di dominazioni: fu feudo dei Canaviglia, degli Aragona e dei Pisciotta, quindi passò ai Marchesi, agli Spiriti ed ai Rossi; nel corso del XVIII secolo fu dei Moccia, dei Crispano ed infine dei Capecelatro.
È consuetudine, durante la festa patronale in onore di San Michele Arcangelo che si celebra la prima domenica e il primo lunedì,di maggio . Altra piccola ma importante festa è quella di S Nicola Vescovo che si svolge il 6 dicembre data nella quale si ripete il tradizionale falo’ alle porte della Chiesa Madre. Il monte Pizzuta e il monte San Michele racchiudono il paese in una vallata di monte.